Narrare una storia e coinvolgere emotivamente i bambini nell'ascolto attivo è pane quotidiano per noi insegnanti. Mentre l'insegnante legge, recita il testo, sa sfruttare le pause, altera i toni come si conviene allo svolgimento della trama, drammatizza il linguaggio per catturare l'attenzione dei propri alunni. Ma la storia, o meglio, le storie vanno ascoltate anche attraverso una pluralità di segni in cui lo spettatore - bambino diventa fruitore di un messaggio che varca i confini dell'aula e si trasforma in linguaggio artistico. Alla base di ogni composizione artistica c'è il bilanciato rapporto tra gli elementi dello spazio e quelli del tempo.
Chi "fa" teatro per i ragazzi è consapevole di questa delicata relazione fra tempo e spazio e deve sapersi rapportare ad una visione non adulta di questa relazione.Nello stesso tempo, il bambino che assiste ad uno spettacolo teatrale impara ad elaborare informazioni visive e acustiche. E' un fruitore, certo, ma non passivo, perchè la sua partecipazione è oggettiva e visibile, anche quando alla fine dello spettacolo, esclama: - Non mi è piaciuto!- Ma per affermarlo, prima ha dovuto ascoltare e ragionare.
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